Libellule senza ali

06/05/2014

In occasione della giornata  internazionale contro la violenza sulle donne, Giraffa Onlus ha deciso di patrocinare  “Libellule Senza Ali”. Libellule senza Ali è il nome dello spettacolo messo in scena da  una “equipe” di sole donne: sceneggiatrice Daniela Baldassarra e l’attrice Daniela Carone.
E’ una messa in scena viva, aperta alle sperimentazioni e capace di denunciare le iniquità sociali, come quelle che troppo spesso vedono le donne come vittime, calpestate nella loro dignità fisica e morale.  Attraverso i due monologhi, si raccontano in maniera realistica ed emblematica situazioni vissute quotidianamente da tantissime donne, ma ben celate da un silenzio doloroso.
La prima parte dello spettacolo è frizzante e permeata attorno al monologo Chi è la più bella del reame? in un’interpretazione surreale dell’attrice Antonella Carone. In chiave ironica è raccontata la ricerca, da parte di una donna vittima di una violenza, di una via d’uscita dalla traumatica esperienza, attraverso invenzione e proiezione di un mondo fiabesco nel quale vivere.
La seconda parte dello spettacolo Civico 63, secondo piano gioca sulla presenza della scrittrice e dell’attrice in scena, l’una parola e l’altra corpo di una donna lacerata da una violenza subita da bambina tra le mura domestiche. In una sorta di reading, le parole e il racconto intimo dell’autrice, si materializzano nei gesti e nei movimenti dell’attrice.
Giraffa Onlus, spiega quindi tramite la piece teatrale  si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa difficile tematica con l’organizzazione di un evento spettacolare, prodotto  da un team di sole donne che affronta la violenza sulle donne con incisività e leggerezza.
Lo spettacolo è stato patrocinato dall’Università degli Studi di Bari, dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Bari, dal Comune di Bari, dalla Commissione regionale per le Pari Opportunità, dall’Apulia Film Commission;  è sponsorizzato da Forum RSI e Club Imprese per la
cultura Confindustria Bari e B.AT., le Grand tabeau fafè bistrout e da Valentino Zappi bijoux. Giraffa Onlus ha patrocinato lo spettacolo inoltre in altre tappe italiane nelle seguenti giornate e nell’anno 2011:
5-6- ottobre Altamura
29 ottobre L’Aquila
8 Novembre Polignano a Mare
18 Novembre Livorno
25 Novembre Bari
1 e 4 dicembre castello di Sannicandro
4-5 febbraio Caserta

Dopo l’apprezzatissima tournée del 2011 che ha visto Libellule senza ali in scena in diverse città italiane, lo spettacolo torna per dire, ancora una volta, NO alla violenza sulle donne.
In occasione della Festa della Donna, Giraffa Onlus con lo staff di Libellule senza ali, hanno deciso di ri- portare in scena il 7 marzo al Teatro Van Vesterhout di Mola di Bari ed il 22 marzo al Cinema Grande di Altamura, la piece teatrale “Libellule senza ali”. Anche quest’anno dunque la giornata della donna sarà celebrata in più occasioni per restituire il senso profondo della manifestazione.
Abbiamo scelto il mese della festa della donna – spiega Daniela Baldassarra, autrice e regista dello spettacolo – per lanciare una provocazione, per fare in modo che questa festa abbia un significato altro rispetto a mimose e spogliarelli. Questo 2013 è iniziato con un numero intollerabile di femminicidi e Libellule senza ali torna per cercare di sollevare una riflessione comune, che aiuti a sentire il problema della violenza sulle donne come una vera e propria emergenza sociale.
Maria Pia Vigilante, Presidente di Giraffa Onlus, sottolinea l’importanza della giornata che è divenuta, nel corso degli anni, sempre più simbolica proprio per le innumerevoli violenze che vengono perpetrate ai danni delle donne. Anche questa volta, tramite l’opera teatrale si persegue l’obiettivo di sensibilizzare – informare le donne sul fenomeno della violenza affinchè le stesse possano intraprendere un percorso di fuoriuscita con l’aiuto dei centri antiviolenza presenti sul territorio regionale e provinciale.
Lo spettacolo, interpretato dall’attrice pugliese Stefania Papa, è costituito da due monologhi.
Il primo (Chi è la più bella del reame?) racconta, in chiave ironica, la ricerca, da parte di una donna vittima di una violenza, di una via d’uscita dalla traumatica esperienza, attraverso invenzione e proiezione di un mondo fiabesco nel quale vivere. Mentendo agli altri e a se stessa, la protagonista vive in una realtà altra fino a quando la forza del dolore rompe anche i confini di questa fantastica barriera protettiva, travolgendola.
La seconda parte dello spettacolo (Civico 63, secondo piano) gioca sulla presenza della scrittrice e
dell’attrice in scena, l’una parola e l’altra corpo di una donna lacerata da una violenza subita da bambina tra le mura domestiche. In una sorta di ‘reading teatrale’, le parole e il racconto intimo dell’autrice si materializzano nei gesti e nei movimenti dell’attrice. Il desiderio di superare l’incubo della violazione porta la donna a ripetere consapevolmente la dolorosa esperienza con uno sconosciuto, nella vana illusione di poter sfuggire al devastante ricordo.
Lo spettacolo pone l’accento sulle conseguenze che un abuso ha sulla vittima, anche a distanza di tanti anni, e punta i riflettori sul complesso universo femminile.

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