Associazione
L’associazione G. I. R. A. F. F. A. AH! Onlus è costituita da donne che si occupano di donne vittime di violenza.
Essa è nata a Bari il 4 febbraio 1997 sulla base di una esperienza di donne volta alla presa di coscienza da parte delle stesse dei condizionamenti educativi e culturali della società .
L’associazione, vista la positività del gruppo e le problematiche che le stesse vivevano, nel 1998 si è costituita formalmente, dotandosi di un atto costitutivo con relativo statuto e, da quel momento, ha aperto, su base assolutamente volontaristica, il centro d’ascolto per donne maltrattate.
L’inizio è stato un cammino molto lungo e che forse mai sarà completamente compiuto ma che porta a modificare i rapporti di forza e di potere tra i sessi e le generazioni. All’epoca parlare o affrontare la violenza contro le donne appariva a molte come un mandato di miseria femminile, di debolezza con il conseguente bisogno di tutela, mentre è al contrario uno dei punti di maggior forza che la politica delle donne abbia prodotto e l’unico dove la loro richiesta non può essere confusa né con l’uguaglianza tout court con gli uomini né con l’omologazione al sistema dei valori esistenti.
E’ oramai quasi un quarto di secolo che, in Italia, la forza delle donne ha agito contro la violenza maschile dentro e fuori della famiglia, segnando la scena pubblica e politica, generando consapevolezza, cultura, strumenti, servizi, modificando leggi e mentalità consolidate, metodologie e saperi.
Su come dare aiuto concreto in modo continuativo a donne in difficoltà , Giraffa ha organizzato subito la propria azione politica e culturale, consce del fatto che la legge, di per se, avrebbe risolto poco dei problemi che le donne violate o maltrattate avevavno subito: esse, per uscire dai rapporti violenti, avevano bisogno di trovare persone e luoghi capaci di ascoltare, di credere in loro, di aiutarle a sottrarsi a situazioni difficili ed a ritrovare la strada per governare la loro vita. E così le associate di Giraffa, dopo aver aperto il centro d’ascolto per donne maltrattate, sull’onda dell’emergenza, dovuta alla tratta delle donne per fine di sfruttamento sessuale e, per quell’epoca,  delle donne provenienti dai paesi dell’Est, si sono dotate di una casa rifugio, denominata casa dei diritti delle donne. Tutto ciò per Bari e per la Regione Puglia era una grande novità .
Abbiamo portato avanti, nel corso degli anni, una forma di aiuto alle donne, anche con i figli minori, in modo organizzato e sistematico anche se, inizialmente, solo su base volontaristica, con telefoni e luoghi ove era possibile trovare sostegno, essere accolte e credute, sottratte temporaneamente ad una situazione di emergenza da altre donne, capaci di dare assistenza psicologica, sociale, legale, avere un rifugio segreto per interrompere gli agiti violenti.
Un modello che si è specializzato nel corso degli anni per divenire centro antiviolenza. Esperienza che ha fatto emergere il dato, poi confermato anche in Italia, delle molteplicità delle violenze nei rapporti familiari o nell’ambito di quelle relazioni che, anni dopo, il rapporto Istat ha definito  di “fiducia tradita”  che comprende amici, fidanzati, vicini di casa, colleghi di lavoro, ex coniugi, corteggiatori e sconosciuti. Una storia in cui nei primi anni i servizi pubblici che avevano affrontato le “vittime” della violenza, dimostrando la propria inadeguatezza a dare risposte efficaci e non colpevolizzanti.
La vittimizzazione secondaria che producevano, infatti, aveva indotto molte donne, all’epoca ritenute femministe, ad elaborare progetti di auto mutuo aiuto, chiedendo alle istituzioni locali e nazionali sostegno economico per la casa rifugio, una legislazione adeguata ed una diversa formazione degli operatori sanitari e delle forze dell’Ordine.
L’associazione, con il passar degli anni, ha modificato il proprio assetto in ragione anche dell’intervenute modifiche legislative regionali e nazionali ed ha trasformato il centro d’ascolto per donne maltrattate in un centro antiviolenza, iscritto nel registro regionale e dedicato a “Paola Labriola”, psichiatra uccisa sul proproposto di lavoro. Con la legge regionale 29/2014 tutti gli ambiti della Regione Puglia si sono dotati di un cav, ai quali sono state trasferite le risorse economiche che dal Dipartimento per le Pari OpportunitĂ venivano trasferite alla Regione e da questa ai centri antiviolenza. Il cammino, quindi iniziato con i movimenti delle donne possiamo dire che ha portato i suoi frutti. Tuttavia le donne continuano ad essere ammazzate poichè ancora molto poco si fa nel campo della prevenzione, concentrando, da parte delle Istituzioni, e dalla societĂ civile in generale, le azioni di sensibilizzazione nelle giornate riconosciute e condivise da tutt*. Le donne che hanno dato vita a Giraffa Onlus hanno costruito e condiviso una teoria ed una metodologia di accoglienza delle donne, di formazione delle operatrici e delle volontarie, di intervento verso le/gli operator* dei servizi sociali, sanitari, scolastici, forze dell’Ordine e Tribunali, creando nuove modalitĂ di sostegno ed accoglienza alle donne dove prima c’era indifferenza e vuoto, e colmando un deficit di conoscenza ed informazione tramite tutte le azioni di sensibilizzazione/informazione che ha realizzato nel corso degli anni.
Nell’anno 2014 Giraffa Onlus ha chiesto ed ottenuto la certificazione di qualitĂ che conserva ancora oggi. Attualmente, si è, anche, adeguata alla normativa del terzo settore, scegliendo di diventare un’associazione di promozione sociale
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